Venerabili e Servi di Dio dell'Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie
Mons. Dimiccoli - Don Caputo - Piccarreta - Suor Damato - Don Uva - Padre Leone

Tu es Sacerdos in aeternum!

Ricordando don Ruggero Caputo nel suo 85° anniversario di sacerdozio

3 aprile 1974. Don Ruggero Caputo mentre amministra il Battesimo ad Antonella Di Palo

La memoria restituisce al presente storie e, soprattutto, persone. Te le fa sentire coeve. Noi descriviamo la Liturgia Eucaristica come memoriale del Signore che muore e risorge per noi nell’eterno oggi della Liturgia.
Cosi facciamo memoria del Venerabile don Ruggero Maria Caputo a ottantacinque anni dalla sua ordinazione presbiterale (1937 - 25 luglio - 2022): un sacerdote di ieri a chi lo ha conosciuto e lo facciamo conoscere a chi per età o altro, non sa.  L’ho incontrato da piccolo nella mia parrocchia di origine; da don Ruggero fui invitato a diventare chierichetto e guardando il suo servizio sacerdotale ne rimasi così impressionato da sentire nel mio cuore di dover diventare sacerdote. E, pensate, ero molto giovane, frequentavo la quinta elementare. Ma la vocazione, che certo viene da Dio, però spesso si serve di questi canali umani e nel contempo soprannaturali.
Il sacerdote resta un pover’uomo ma fa le cose di Dio. Ha ricevuto attraverso un gesto antichissimo – l’imposizione delle mani dal Vescovo – un radicale cambiamento che convive con la fragilità umana ma dona la potestà sacerdotale. Il potere di celebrare, formare e santificare. Don Ruggero ne era così consapevole che celebrava l’Eucaristia con una devozione affascinante.  Ma poi si spendeva moltissimo nell’essere strumento della misericordia divina: confessava chiunque lo chiedesse.
Pensate che allora anche noi bambini ci confessavamo tutte le settimane. Poi, parlava con le persone del loro cammino, le guidava su una strada di santità, che non è per alcuni super eroi, come noi consideriamo i santi, ma è per tutti. Lo chiamavano “Direttore” ma non era dirigente, era un vero padre spirituale. Sempre tra i banchi della chiesa: o pregava o confessava. La chiesa è quella di san Giacomo Maggiore di Barletta su corso Vittorio Emanuele, dove sono cresciuto.  Don Ruggero non è mai stato parroco; per molti anni professore di religione alle scuole medie, ma sempre viceparroco. Umile, dimesso, modesto, ma sorridente e sereno per dono di Dio anche nei momenti di martirio, che non gli sono stati risparmiati.
Ora la Chiesa ci dice che è da venerare, cioè riconosce che è stato un vero Servo di Dio, un Buon Pastore. Un giorno la Chiesa potrà dichiarare di più. Ora preghiamo e parliamone.  Troppe volte, e spesso ingiustamente, si parla male anche dei sacerdoti, ma di questo Servo di Dio innamorato di Gesù e della Sua Mamma Maria Santissima – come della maggior parte dei suoi confratelli – tutti devono dire quanto si sia donato. Era un vero Alter Christus – un altro Cristo.
Ma sull’altare o nel confessionale o negli altri doveri sacerdotali, era ipse Christus – ovvero lo stesso Cristo. In lui si vedeva Gesù che celebrava, confessava... e, come Gesù, era sposo fedele della Chiesa. 
Un amore che gli ha riempito la vita: si è donato totalmente e senza rimpiangere una propria famiglia o gli affetti umani. Chi ha Gesù nel cuore ha tutto l’amore che gli serve per vivere.

Don Pino Paolillo
suo affezionato discepolo  

Anni '50 - San Giorgio a Cremano (Na): Don Caputo circondato dalle sue figlie spirituali consacratesi tra le "Crocifisse Adoratrici dell'Eucarestia"