  
              La Giornata Mondiale della Gioventù appena
                conclusasi a Colonia (Weltjugendtag - Kohln in tedesco) rimarrà nel
                ricordo di tutti e in particolare di chi come noi vi ha preso
                parte, per lo spirito di sacrificio, non solo per il fatto di
                doversi adattare a un ambiente diverso, a passare notti all’addiaccio,
                con clima e abitudini alimentari differenti dai nostri, ma anche
                purtroppo, per il mal funzionamento della macchina organizzativa
                tedesca, che ha mostrato tante lacune nell’assistenza di
                noi pellegrini. Ma anche questo è stato vissuto come il
                disagio del pellegrino, che deve sempre essere pronto ad adattarsi
                alle situazioni più disparate, perché la meta prefissa è più preziosa
                di ogni altra cosa. Ci siamo recati a Colonia con lo spirito
                di chi è alla ricerca e, non a caso, il “cuore” della
                GMG era il Duomo di Colonia che conserva l’urna all’interno
                della quale la tradizione vuole siano custodite le reliquie dei
                Santi Magi, i primi pellegrini che, assieme ai pastori, si misero
                in cammino verso la santa Grotta di Betlemme per rendere omaggio
                al Messia nato, e ai quali si deve il titolo dell’ultima
                GMG “Siamo venuti per adorarlo” (Mt 2,2).  
                Proprio l’adorazione, in particolare quella dell’Eucaristia, è stata
                al centro del discorso del Santo Padre Benedetto XVI davanti
                a una folla sterminata: almeno 80.000 giovani assiepati nella
                spianata di Marienfield. Il Papa ha ribadito l’importanza
                del rapporto personale con Dio nell’adorazione eucaristica,
                vero momento di dialogo con Lui e con noi stessi: “Il Corpo
                e il Sangue di Cristo sono dati a noi affinché noi stessi
                veniamo trasformati a nostra volta. Noi stessi dobbiamo diventare
                Corpo di Cristo, consanguinei di Lui… L’adorazione
                diventa unione. Dio non è più soltanto di fronte
                a noi, come il totalmente Altro. È dentro di noi, e noi
                siamo in Lui”. Egli ha inoltre spiegato l’etimologia
                della parola adorazione, che in greco significa sottomissione,
                mentre in latino vuol dire contatto bocca a bocca, bacio e quindi
                amore, ricollegandosi in questo modo a quanto affermato al recente
                Congresso Eucaristico Nazionale di Bari, che non a caso aveva
                come motto “Senza la Domenica non possiamo vivere”.
                Inoltre il Papa ha affermato che “l’Eucaristia deve
                diventare il centro della nostra vita”.  
                Nel corso della GMG è arrivata la notizia dell’uccisione
                di Frère Roger Schultz, fondatore della Comunità di
                Taizè, figura molto amata da noi giovani per il suo animo
                giovane e la voglia di dialogo attraverso strumenti come la musica.
                La sua morte, come quella di Gesù “agnello sgozzato”, è sembrata
                il coronamento di una esistenza totalmente data, attraverso la
                testimonianza fino all’ultimo istante di vita e di ciò che
                molti hanno definito un “martirio”. 
                Durante la veglia di sabato 20 agosto, davanti ai tanti giovani
                in preghiera, Benedetto XVI ha affermato: “Solo dai santi,
                solo da Dio viene la vera rivoluzione, il cambiamento decisivo
                del mondo”. Ascoltando queste parole mi è tornata
                in mente la figura del Servo di Dio don Raffaele Dimiccoli, che è riuscito
                a propagare la sua santità e il suo amore per Dio, infiammando
                il cuore di generazioni di giovani che, a loro volta, hanno portato
                i valori cristiani negli ambienti in cui hanno operato, contribuendo,
                così, a rivoluzionare la società, rendendola più a
                misura di Dio e, quindi, più a misura d’uomo. 
                Don Raffaele ha sempre incentivato i “meeting” dei
                giovani a carattere diocesano, quando ha ricoperto la carica
                di assistente generale della Gioventù di Azione Cattolica,
                perché convinto che l’esempio trascina. Ed è stato
                proprio quello che noi abbiamo sperimentato a Colonia. Non è un
                caso se nell’arco di questi vent’anni, nell’ambito
                delle Giornate Mondiali della Gioventù tanti giovani,
                travolti dalla testimonianza di una marea di coetanei, si sono
                sentiti incoraggiati ad affrontare con più autenticità e
                slancio il loro cammino di fede, maturando autentiche vocazioni
                al matrimonio, al sacerdozio e alla vita religiosa. 
                Chiediamo sempre con la preghiera a don Raffaele e ai Santi che
                ci hanno preceduto di farci da guida verso il Signore, come la
                stella cometa ha illuminato la strada dei Santi Magi.  
              Gianni
                  Scatigno 
              Angela Corcella  |