Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie  
Dio e i Fratelli
Periodico di informazione sulla Causa di Canonizzazione del Servo di Dio sac. Raffaele Dimiccoli
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Napoli, 26/6/1996: Il Cardinal Corrado Ursi, invitato da alcuni membri del Tribunale della Causa di mons. Dimiccoli a rilasciare una testimonianza sul Servo di Dio, mentre prende spunto dalle bellezze del creato per dar lode al Creatore.

Il Cardinale Ursi è andato incontro al Signore per cantare l’Alleluia che non avrà mai fine

“Sento sempre un fremito strapotente che non ho potuto spegnere dentro di me. Una parola “Alleluia”. Spero di chiudere con questa parola la mia vita terrena e desidero che sia essa l’unica che proferirò al Signore quando mi chiamerà a sé”. Con queste parole il Cardinale Corrado Ursi salutava il clero e i fedeli il 6 giugno 1987 nel lasciare il governo dell’Arcidiocesi Partenopea e attendere il giorno che non conosce tramonto. E quel giorno è giunto venerdì 29 agosto, non inaspettato ma atteso perché si trattava di lasciare la morte per entrare nella Vita.
Nato ad Andria il 26 luglio 1908, Corrado Ursi fu ordinato sacerdote il 25 luglio 1931. Subito fu richiamato al Pontificio Seminario Regionale di Molfetta, dove era stato formato, in qualità di Vice e, dopo breve tempo, di Rettore. Nei vent’anni di Rettorato ha avuto la gioia di accompagnare all’altare quattrocento sacerdoti.
Per il grande zelo profuso in Seminario e per le sue spiccate doti intellettuali e morali il 31 luglio 1951 gli giungeva la nomina a Vescovo di Nardò. Dopo dieci anni fu promosso all’Arcidiocesi di Acerenza e nel 1966 alla sede di Napoli. È stato unanimamente riconosciuto “uomo della Parola, uomo dell’Eucaristia, uomo della fede, uomo di Chiesa, uomo dell’ascolto e del dialogo”.
Nel 1996, in seguito all’apertura della Causa di Canonizzazione del Servo di Dio mons. Raffaele Dimiccoli, il Cardinale rilasciò una illuminata e originale testimonianza sul medesimo, dichiarando, tra l’altro: “… proprio dai ‘frutti’ (cfr. Mt 16,20), cioè dai suoi giovani, che io ho avuto modo di conoscere, apprezzare ed amare mons. Raffaele Dimiccoli, fin da quand’ero al Seminario Regionale di Molfetta.

Don Raffaele veniva sistematicamente a visitare i suoi figli spirituali, ed io fui colpito dall’umiltà e dalla paternità con cui egli si intratteneva con i suoi giovani, interessandosi non solo alla loro vita spirituale, ma anche al profitto negli studi e delle più piccole esigenze materiali: un vero padre premuroso ma anche esigente e fermo… Egli li sapeva attrarre a Gesù, ed aveva una pedagogia dello Spirito nel guidarli a discernere la chiamata alla perfezione della vita in Cristo”. Il Cardinale chiudeva la citata testimonianza con una preghiera che facciamo nostra: “Voglia il Signore concedere alla Santa Chiesa di Barletta, sempre ricca di Clero santo e dotto, la glorificazione del suo Servo, don Raffaele Dimiccoli, testimone della carità per gli uomini del nostro tempo, chiusi nell’egoismo e carenti di valori spirituali”.

Sac. Sabino Lattanzio
vicepostulatore
Sito a cura della Commissione Cultura e Comunicazioni Sociali dell'Arcidiocesi.
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