Nel Venerdì Santo del 1932 il Servo
                  di Dio mons. Dimiccoli assistette a ciò che è accaduto
                  anche sotto i nostri occhi: 
                    il miracolo della Sacra Spina di Andria 
                Anche quest’anno - così come accadde
                  nel 1932 - nella coincidenza del 25 marzo con l’Annunciazione
                  e il Venerdì Santo - concepimento e morte di Gesù -
                  si è verificato nella città di Andria il miracolo
                  del ravvivamento del sangue di Gesù presente sulla reliquia
                  della sacra Spina. Sono ancora vive l’emozione e il fervore
                  suscitati in quella memorabile giornata tra i fedeli, spettatori
                  del “segno straordinario” avvenuto in cattedrale
                  verso le ore 20,00, mentre era in corso la Via Crucis cittadina.
                  Sulla punta della sacra Spina si è formato un pronunciato
                  rigonfiamento rosso rubino e, in seguito, un piccolo bozzo
                  simile a una gemma, sempre di colore rosso. Infine, lungo la
                  superficie della Reliquia, si sono notate granulazioni biancastre-lanuginose.
                  Questi passaggi sono stati fissati in una straordinaria sequenza
                  fotografica e che darà anche ai posteri la possibilità di
                  poter condividere l’eccezionalità di questo evento
                  di grazia.  
                  “Contemplando la reliquia della Spina della Corona che
                  ti fu posta sul capo, noi ti adoriamo, Signore!”. È stata
                  questa la professione di fede che gli oltre cento pellegrini
                  della parrocchia di San Giacomo Maggiore di Barletta, guidati
                  dal parroco, hanno pronunciato con devozione mista a commozione,
                  sostando dinanzi alla “Testimone” silenziosa della
                  Passione del nostro amato Signore Gesù Cristo, dopo
                  esser partiti dalla vicina Barletta nel primo pomeriggio di
                  venerdì 1 aprile, all’ottava dell’avvenuto
                  prodigio. 
                  Raggiungendo come prima tappa il Santuario “extra moenia” di
                  Santa Maria dei Miracoli, più nota come “Madonna
                  d’Andria”, di lì, in preghiera, ci si è incamminati
                  a piedi, verso la cattedrale, meta del pellegrinaggio. 
                  Come non ricordare l’afflusso della città di Barletta
                  nel 1932 - esattamente 73 anni fa - in occasione dello stesso
                  rinnovato prodigio, quando il Servo di Dio don Raffaele Dimiccoli
                  con i suoi oratoriani di San Filippo Neri affrontarono il disagio
                  del pellegrinaggio a piedi per 13 Km, per venerare la sacra
                  Spina di Andria? Stralciamo dal quindicinale della “Voce
                  del Parroco” (anno IV, n° 8-9, del 25 aprile 1932)
                  a firma di don Sabino Cassatella, allora parroco della Sacra
                  Famiglia di Barletta, emulo in santità di don Dimiccoli,
                  e facciamo nostre le sue ultime richieste rivolte al Signore: “Pellegrini
                  partirono anche da Barletta, come: la Congrega del Santissimo
                  di San Giacomo, l’Oratorio di San Filippo, le Associazioni
                  francescane della Chiesa dell’Immacolata, il Centro diocesano
                  di Azione Cattolica, l’Associazione femminile del S.
                  Sepolcro, ed altri ancora a gruppi o isolati. […]. 
                  Ad Andria, ben incolonnati cantando la canzone della Passione
                  (O fieri flagelli! O spine pungenti), attraversammo le belle
                  vie della città fedele e ci recammo nella Cattedrale
                  ov’era esposta alla venerazione la preziosa Reliquia.
                  Al nostro passaggio, gli andriesi facevano ala al Corteo; dai
                  balconi in segno di festa venivano stese delle belle coperte
                  di seta e le campane suonavano a festa […] a Gesù domandai
                  che ci avesse concesso la grazia di vedere il Miracolo! […]
                  ma un altro Miracolo noi oggi ti domandiamo, o Signore, e lo
                  vogliamo! Che la tua sacra Spina venga a pungere il nostro
                  cuore di dolore e di amore: dolore dei peccati, amore delle
                  cose sante. Che il Sangue tuo, o Gesù, imporpori le
                  anime nostre! Sono sempre così deboli nella Fede e nelle
                  opere le anime nostre! Il tuo Sangue le santifichi, il tuo
                  Sangue le infervori, il tuo Sangue le renda tali quali tu stesso
                  le vuoi. Questo è il miracolo che ti domandiamo”. 
                S.
                    L.  |