Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie  
Dio e i Fratelli
Periodico di informazione sulla Causa di Canonizzazione del Servo di Dio sac. Raffaele Dimiccoli
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Auguri Nuovo Oratorio
San Filippo Neri
1924 – 28 Agosto – 2004

Auguri, Oratorio San Filippo Neri…
Hai ottant’anni e non li dimostri… Anzi, sei ringiovanito e una nuova forza è in te… Non si vede una ruga.
Segno che il seme gettato cadde su terreno buono, e ha reso, grazie al lavoro degli “agricoltori”, ove il 30, ove il 60, ove il 100%! Né poteva essere altrimenti.
Ricordi? Era il 28 Agosto 1924…
Un giovane Sacerdote, folgorato dallo Spirito Santo, in “zona Macello”, in Barletta, con un gruppo di suoi giovani della Parrocchia di San Giacomo, iniziò il suo apostolato tra gli ultimi.
I Santi sanno che “il bene non fa rumore e il rumore non fa bene” e, nell’umiltà più feconda, il Servo di Dio mons. Raffaele Dimiccoli, cominciò a lavorare con un impegno profetico che lo portò a vivere “l’impendam et superimpendar pro animabus vestris” paolino.
Quante difficoltà, quanti dispiaceri ed affronti, quante rinunce dovette soffrire il giovane don Raffaele… Ma sapeva bene che “nel silenzio si formano i grandi caratteri, come nell’umile conchiglia s’indura la goccia di rugiada che, trasformata in pietra preziosa, ornerà la fronte alla figlia del re”…
Non si scoraggiò mai il “Direttore”, e, coadiuvato dai suoi giovani, portò avanti il suo apostolato con entusiasmo fino alla sua morte, avvenuta nel 1956.
Il Nuovo Oratorio del “Direttore” non aveva solo lo stile oratoriano filippino. E doveva essere così. Aveva la sintesi degli Oratori del sedicesimo secolo, quindi formazione soda, ascolto della Parola, preghiera e direzione spirituale. Da questo si spiegano le numerose vocazioni religiose e sacerdotali, maschili e femminili, al servizio della Chiesa. è vero, le vocazioni sono dono dello Spirito Santo. Ma Dio si serve sempre delle cause seconde…
L’accoglienza, e prima ancora, il ricercare le persone, il lavoro pastorale, l’attenzione agli ultimi, facevano pensare anche ad un Oratorio stile Don Bosco e di quanti lavoravano tra e per i giovani.
La novità e la modernità di lavoro il “Direttore” l’ebbe ritmando non l’esigenza dei tempi al lavoro giovanile, ma precorrendo con essi i tempi stessi.
Oggi si può pacificamente dire che il suo lavoro fu precursore dei decreti Conciliari sui giovani e sui laici.
Il Servo di Dio mons. Dimiccoli trovò fedeli continuatori della sua opera i Padri Oblati di San Giuseppe, figli spirituali di San Giuseppe Marello, che da parecchi anni operavano nel Santuario della Madonna dello Sterpeto.
Sia lode al Signore per gli OTTANT’ANNI dell’Oratorio… Trentadue con il Direttore, coadiuvato dai sacerdoti diocesani (tra cui molti suoi figli spirituali) che alla sua morte ne hanno retto le sorti per altri due anni, e quarantasei con i Padri Giuseppini!
Oggi, poiché secondo una felicissima espressione del beato Schuster, ripresa da papa Paolo VI e dal card. Carlo Maria Martini che vissero l’esperienza degli Oratori lombardi, l’Oratorio è la “Sala” della Parrocchia, per noi dire Parrocchia e dire Oratorio è la stessa cosa.
Nel VENTESIMO dell’Oratorio il Servo di Dio mons. Dimiccoli scriveva: “l’irreligiosità alimentata dall’ignoranza più crassa e dalla rozzezza più volgare avevano appioppato a questo quartiere il nomignolo di terra sudicia di bruti; venti anni di lavoro soprannaturale stanno modificando tale accusa: con la religione è entrata in uso la civiltà, la buona creanza ed il ben vivere sociale dai bambini ai vecchi”.
Nell’OTTANTESIMO dell’Oratorio si può affermare che la zona “MACELLO”, detta a rischio, non solo è vivibile, ma appetibile. Il seme gettato e lavorato dal “Direttore” e poi dai suoi continuatori, sta maturando.
I Padri Giuseppini, benedetti dal loro Fondatore e dal Dimiccoli, lavorano perché quelli che erano gli ultimi possano essere vanto e gloria della Chiesa, e perché il seme buono, gettato
dal Servo di Dio, non si secchi, ma produca frutto per la gloria di Dio benedetto.

Padre Vittorio Graziani

Sito a cura della Commissione Cultura e Comunicazioni Sociali dell'Arcidiocesi.
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